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Banche, M5S chiede le dimissioni di Boschi dopo l’audizione di Padoan

Il M5s, dopo le dichiarazioni rese dal Ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan, dinnanzi alla Commissione d’inchiesta sulle banche, chiede le dimissioni del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi.

A seguito dell’audizione del Ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan, in Commissione d’inchiesta sulle banche, il M5S ha chiesto a gran voce le dimissioni del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi:

“Non serve nemmeno ascoltare Visco o Ghizzoni. Già il ministro dell’Economia Padoan ha scaricato Maria Elena Boschi. Ora le dimissioni non sarebbero soltanto un atto dovuto, ma persino una forma di tutela della propria dignità personale”.

Quanto affermato dal titolare del Tesoro, Padoan, secondo il M5s, non ha fatto altro che confermare il fatto che “la Boschi si mosse in totale autonomia, fuori dal perimetro delle proprie competenze”.

I pentastellati in Commissione Banche hanno poi continuato affermando:

“Padoan disconosce le condotte della ex ministra, non ne condivide il metodo e dice di aver appreso degli incontri di Boschi dalla stampa. E già questo dimostra che la Boschi agiva in modo scomposto e inappropriato, senza l’avallo del governo stesso, causando una gravissima frattura istituzionale”.

Un’ulteriore accusa mossa dal M5s riguarda il commissariamento di Banca Etruria che, stando alle parole di Padoan, è stata proposta da Bankitalia e non dal Governo:

“Padoan smonta la fake news del giglio magico che noi abbiamo sempre evidenziato.  È stata Bankitalia a disporre il commissariamento di Etruria e il Mef, solo il Mef, ha controfirmato senza colpo ferire. Il governo nella sua collegialità non c’entra nulla”. “Questi spunti equivalgono a squalificare del tutto i comportamenti del sottosegretario Boschi. Per il resto Padoan ammette colpe e responsabilità della vigilanza, soprattutto sulle banche venete – hanno aggiunto –. Singolare, visto come esecutivo e regolatori hanno agito di concerto in questi anni, a partire dalla risoluzione delle quattro banche. Invece sul valore dei crediti deteriorati degli stessi istituti risolti e sulla soluzione alternativa del Fondo interbancario di tutela dei depositi è stato scarno e del tutto insufficiente nelle risposte, ammettendo implicitamente l’infelice riuscita di quell’operazione”.