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Berlusconi racconta: ‘Mi picchiarono i comunisti e mia mamma’

Un vero e proprio amarcord quello che racconta Silvio Berlusconi intervenendo telefonicamente al convegno  di Rivoluzione cristiana di Gianfranco Rotondi che si sta svolgendo a Saint-Vincent (noto luogo di ritiro cristiano).

Il Cavaliere spiega ai presenti in sala quanto è grande il suo attaccamento allo scudo crociato. E, per farlo, racconta un episodio della sua giovinezza, quando fu malmenato da un gruppo di comunisti per aver attaccato un manifesto della Democrazia Cristiana:

“Quando avevo 12 anni, nel 1948, andavo con tre compagni di liceo ad attaccare i manifesti per la Democrazia cristiana. C’era un manifesto di un’efficacia straordinaria che diceva così: ‘Nella cabina elettorale Dio ti vede’. Una volta mentre ero sulla scala sono arrivati cinque ragazzotti che attaccavano invece i manifesti del Partito comunista italiano.

“I miei amici se la sono data a gambe. Questi mi dicono: ‘Vieni giù che dobbiamo dirti qualcosa’. Poi mi malmenano, mi fanno uscire il sangue dalla faccia. Io sgomito, riesco a svincolarmi e corro, sono sempre stato un grande velocista”.

Poi racconta il ritorno a casa e l’episodio con la madre che lo ha segnato per tutta la vita e che ricorda ancora:

“Quando sono tornato a casa mia madre venne ad aprirmi la porta, mi vide con la faccia tutta insanguinata e mi diede l’unico schiaffo in vita sua perché credeva che fossi andato a scuola in bicicletta e non voleva che lo facessi. Di questo schiaffo mi ha chiesto scusa tutta la vita”.

Infine non poteva mancare la chiusura enfatica, quella dei vecchi tempi, quella in cui ricorda a tutti i presenti che anche lui è come loro:

“Ricordo ancora come se fosse ieri questo avvenimento, con quel manifesto, quindi se c’è qualcuno che è felice di rivedere il manifesto della Democrazia cristiana e lo scudo crociato questo qualcuno si chiama Silvio Berlusconi”