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Gordon ed Harrison. Chi l’avrebbe mai detto?

Invece del solito recap con analiisi statistiche e non delle partite, questa volta abbiamo deciso di scrivere altro. Primo perchè a questo molti di voi già sapranno vita, morte e miracoli di quanto accaduto stanotte, secondo perchè il verbo “variare” è tra i nostri preferiti. Quindi abbiamo deciso soffermarci su due protagonisti a nostro parere messi ingiustamente ai margini. Partiamo dal primo:

Gordon Hayward mette a referto 28+10 rimb con 9/18 al tiro, 2/5 da tre e +4 di plus/minus nella sconfitta (la seconda consecutiva) dei Jazz contro i Kings per 94-93. 22 punti di media a partita, 3-7 assist, 6-7 rimbalzi, 43% dal campo, 35% da tre: una delle migliori stagioni della carriera statistiche alla mano: offensive rating di 113 ed un defensive di 104 (secondo dietro Gobert). Hayward,che ha saltato le prime sei partite per un infortunio alla mano, offre nel sistema di Snyder situazioni offensive sia con palla in mano ed attacco dal palleggio sia in situazioni di hand-off (ieri sera con Diaw ad esempio) o uscita dai blocchi in una squadra che ha bisogno di gente con punti nelle mani dopo la riduzione delle bocche offensive sul back.court  da tre (Hayward-Hood-G.Hill) a due (G.Hill ancora fermo ia box per l’infortunio al pollice), soprattutto considerando l’efficienza difensvia di Utah: quarta nella lega con 105 punti concessi su 100 possessi. Quella che salta agli occhi è l’incidenza on/off court come ultimo dato statistio che proponiamo: +12.6 su 100 possessi. Il che non dice tutto, ma fa capire quanto conti Hayward all’interno di questo sistema: allargando il discorso, se la pallacanestro è intesa in questo senso, parliamo per efficienza di una delle 5 milgiori ali piccole in circolazione.

Caso analogo è il secondo:

https://www.youtube.com/watch?v=we1Z7ZYaJnk

28+7 rimbalzi, 10/22  e +3 di plus/minus per Harrison Barnes nella vittoria (finalmente) di Dallas contro Portland (ottava nelle ultime nove) per 96-95. La storia sul contratto, su come Golden State abbia dovuto sacrificare lui sull’altare Durant è cosa nota, non staremo qui a spolverarla. Vogliamo, invece, togliere ancora della polvere (se mai ci fossero dubbi) che in mezzo a questa stagione disastrata dei Mavs (8-22 il record) l’unica decente opzione offensiva (vista l’assenza di Wunder Dirk) è rappresentata dall’ex Warriors. In un quadro offensivo che li vede relegati al ventisettesimo posto come rating offensivo (103) Barnes è primo per punti, rimbalzi e percentuali dal campo e soprattutto con un net plus/minus di +13.4: a testimonianza di quanto il concetto di predicare nel deserto sia molto vicino al numero 40 in questo momento. Il discorso su Barnes, comunque, esula anche da un discorso tecnico (data la povertà in cui opera Carlyle quest’anno) e si sposta a quello che potrebbe essere il prosieguo della sua carriera. In un roster che visti i prevedibili addii di Nowitzki, Bogut e D.Williams dovrà portare ad una certa ricostruzione e dove proprio Barnes rappresenterebbe il tassello da cui Cuban dovrebbe ricostruire il suo bel giocattolo.