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Harrell per i Rockets. Un Isaiah in formato biblico per i Celtics

Partiamo da una giocata che è una sana pera di ginseng visto il solito venerdì sera, in previsione anche della fine dell’anno:

Ok, I Clippers erano privi di Paul e Griffin. Però 140 punti, terza prestazione stagionale dell’anno. Un Harden sempre più MVP con una tripla doppia da 30+10+13. Un Harrell da 29 con 10/14 dal campo e +38 di plus/minus. I due combinano la giocata della serata: passaggio sotto le gambe del primo, attacco a ferro del secondo. In particolare, ci soffermiano sulle prestazioni proprio di Harrell risparmiandovi la solita cronaca della partita, prima perchè a noi piace spiazzare (almeno ci proviamo) l’utente o il lettore, secondo perchè effettivamente il buon Montrezl è una delle rotelle dell’ingranaggio Rockets di questìanno. Squadra che, come da dettami d’antoniani, ha abolito completamente il mid rage shot (ultima come utilizzo dell’intera lega) scegliendo il tiro perimetrale (prima, tra le altre, come percentuale di utilizzo) o le percentuali da sotto:

Una delle tante schede che ricapitolano i set offensivi dei Rockets. In tutto questo proprio Harrell, utilizzato nella second unit da 4 o da 5, rappresenta l’apporto di energia che viene dato al gioco sia in situazioni da rollante nel pick and roll con capacità di attaccare il ferro, sia l’opzione di attacco dal post basso con gli altri tre del quintetto (Harden da PG ovviamente) ad occupare gli angoli. Insomma, classico giocatore che inserito in un sistema dà il suo contributo con statistiche parlano di un offensive rating di 122 e un differenziale di plus/minus on court di +13.8 con una maggiore incidenza, ovviamente, quando ci si avvicina al ferro. Ieri facile successo per 140-114 contro i Clippers privi, come detto, di Paul e Griiffin. Partita dominata dall’inizio tranne qualche distrazione che ha portato ad un recupero Clippers nel secondo e poi nel terzo periodo (Felton da 26 con 10/20 dal campo e Speights da 15+7 rimb e 6/11), prima che una tripla di Gordon in uscita dai blocchi e 8 punti di Harrell chiudessero la pratica. Nota di demerito con la doppia espulsione in casa Rivers, entrambe nel secondo periodo.

Per quanto riguarda la terza prestazione stagionale in termini di punti, facciamo parlare le immagini:

https://www.youtube.com/watch?v=1XfnOcVasnA

Prima di affidarci ai freddi numeri: 52 punti, 15/26 dal campo, 9/13 da tre. Partita vinta quasi da solo nel 117-114 dei Celtics contro gli Heat. Il sunto di quella che la produzione offensiva di Isaiah Thomas nel sistema Stevens. Set offensivi che prevedono la palla al lungo che decide su quale lato spostare, iil sussequente blocco del lungo per l’esterno che sprinta verso il compagno con la palla per giocare il cosiddetto pick and roll consegnato. Questo costringe il difensore deve difendere sia su un blocco lontano dalla palla e dopo su uno sulla palla, perdendo per forza di cose quelle frazioni di secondo. Se si sceglie di proteggere il pitturato, contenendo, Isaiah Thomas, una volta girato il pick and roll, ha tutto il tempo e lo spazio del mondo per fare tre palleggi, e lasciare partire il classico floater con il difensore troppo lontano. Una varietà di situazioni in cui viene espressa tutta la forza del back court a disposizione di Stevens dove l’altro a benficiarne e A.Bradley su cui in seguito avremo da dire molto. Celtics la cui chiave del successo di quest’anno risiede anche nel solito apporto di Crowder (fondamentale sarà il suo apporto in fase realizzativa nella post season) e le doti di intimidatore di Horford. Probabilmente per rendere i Celtics una vera contender manca un 4 che non sia per forza strectch come molte squadre richiedono. Un grifone che vola sullo Staples o un Millsap stanco di aquile sarebbero opzioni più che valide.