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La formula magica del Napoli di Aurelio De Laurentiis

Una società di calcio, che contro i super soldi degli arabi e cinesi, funziona e primeggia.

In questi ultimi tempi nel calcio a farla da padrone sono i soldi, spesso di grandi investitori asiatici o arabi. Anche la Serie A è stata invasa da capitali stranieri. L’esempio più evidente sono Inter e Milan. Nonostante ingenti disponibilità economiche, questo ahimè non si traduce automaticamente in risultati. I rossoneri dopo una campagna acquisti di oltre 200 milioni stanno arrancando, neroazzurri che con qualche difficoltà sono a stretto contatto con Napoli e Juventus ma la forbice di punti sembra destinata ad allargarsi.  I bianconeri sono un po’ un discorso a parte, da tanti anni primeggiano in Italia. La “Vecchia Signora” dalla sua ha un fatturato decisamente superiore alle concorrenti e quindi maggiori possibilità per potersi permettere il meglio sul mercato, in Italia e all’Estero, con un impianto sportivo proprio che permette introiti ancora maggiori.

L’IMPORTANZA DELLA PROGRAMMAZIONE

Passiamo ad esaminare il caso Napoli. La società partenopea con programmazione e sagacia è riuscita col tempo a portarsi nell’élite del calcio italiano, garantendosi longevità, senza investimenti azzardati. Sembra assurdo, ma una gestione aziendale da vera potenza del nord. Anche quest’anno, come quasi ogni estate, il presidente Aurelio De Laurentiis è stato attaccato dagli ultras, la parte più vivace. Le accuse sono state di braccino corto, gli veniva imputato di spendere poco. Aurelio De Laurentiis: “Buffone e prepotente, Napoli è della gente”, lo striscione che veniva esposto nel cuore del capoluogo campano. Semplicemente assurdo. Il Napoli è una squadra ormai ai vertici del calcio italiano ed europeo. Lo testimonia in maniera chiarissima il dodicesimo posto del ranking UEFA. Gioca il miglior calcio, parole di Pep Guardiola che di bel calcio se ne intende, ha campioni magnifici, un allenatore di rara bravura. Si punta finalmente in alto dopo tanti anni grigi, proprio come ai tempi di Maradona. Tutto questo con alle spalle una società solida, con i conti in ordine. Numeri capolavoro: calciomercato chiuso con 3,75 milioni di perdita e secondo il sito Calcioefinanza.it il prossimo bilancio della società si chiuderà a 307 milioni di euro, raddoppiando quasi l’esercizio precedente chiuso a 155 milioni. A fronte dello sprofondo delle altre big il Napoli, che fattura molto meno, ha i conti praticamente in ordine.

DI CHI SONO I MERITI?

L’artefice di tutto questo è il padrone della baracca, Aurelio De Laurentiis. Spesso considerato “buffone e prepotente“, ma probabilmente la vera e propria salvezza di un’intera piazza. Mai il Napoli era stato in pianta stabile ai vertici del campionato e mai aveva presenziato così assiduamente in Europa. Il presidentissimo non serve presentarlo. Un uomo di carattere che durante il suo percorso alla guida della società azzurra ha azzeccato praticamente ogni tipo di scelta. Uno che vuole dare lustro alla città e goderne giustamente il riflesso. La gestione ADL è diventata un caso di scuola. Come ha fatto ADL a portare il Napoli fin a questi livelli?

ESEMPI DI SCELTE VINCENTI

Lo scorso anno ha venduto Higuaín alla Juve per 90 milioni. Bravissimo a cedere e ancora più bravo ad acquistare. Oggi tutti sono d’accordo che ci ha guadagnato lui, ma all’epoca in tantissimi avevano storto il naso, tifosi e addetti ai lavori. Ha rinforzato la squadra comprando giovani campioni e abbassando l’età media della rosa. Capacità a 360°: grandi abilità nel gestire le situazioni spigolose, soprattutto con i calciatori. Nelle scorse settimane il suo portiere Reina era stato tentato dalle sirene del PSG. Con la calma che lo contraddistingue, il numero uno azzurro ha semplicemente fatto notare come lo spagnolo avesse ancora un anno di contratto, e i contratti si rispettano. Aumenti per semplici capricci non ne concede, sa gratificare invece quando qualcuno lo merita. Tutti ingredienti che hanno permesso al Napoli di crescere e trovarsi nella posizione che occupa oggi.

ADL è un modello anomalo in questo calcio e soprattutto per Napoli. Una città dove probabilmente l’unica cosa che funziona bene è il calcio. Egli ragiona e agisce come un imprenditore del Nord: i soldi non si buttano, con le banche non ci si indebita.

Cari sceicchi, invece di gettare i soldi dalla finestra senza garanzia di risultati, perché non prendere spunto da esempi del genere?