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La vita sregolata del gigante rosso. Il bivio di Robert Swift.

Come in ogni storia tipicamente americana, riuscita o meno, anche in questo caso siamo di fronte alla tipica seconda opportunità. Per dovere di cronaca, il protagonista sarebbe probabilmente alla quarta o quinta, ma non staremo qui a contarle. Il caso vuole che Robert Swift continui con il suo particolare caso di redenzione. Dopo cinque anni lontano dal parquet, il centro, nativo di Bakersfield, riesce a trovare una nuova opportunità dopo un passato oscuro.

Robert fu scelto alla numero 12 al Draft del 2004, passando prima a Seattle e, dopo il trasferimento della squadra, ad Oklahoma, disputando in totale 97 partite nella NBA. La sua fama è, però, legata a tutt’altri aspetti non riguardanti il gioco in questo caso. Passando ad una carriera con 4.3 punti a partita e 3.9 rimbalzi, con un guadagno complessivo di 20 milioni di dollari, ad un’altra che finisce nelle tenebre della droga e delle armi. Dopo un’esperienza anche in Giappone, Swift incapace di controllare il denaro accumulato, cade in una spirale di autodistruzione. L’apice è rappresentato dal novembre del 2014 quando viene arrestato per possesso illegale di armi tra le quali un lanciagranate. Dopo le indagini, viene scoperto non solo il passato legato ad uso di svariate droghe (eroina, metanfetamina, marijuana) ma l’insolito lavoro con cui si guadagnava da vivere: il piacchiatore di un narcotrafficante in una contea di Seattle. Non è finita qua, perché Robert da novello John Dillinger decide due anni dopo, arma in mano di assaltare una casa alla luce del giorno. Ovviamente, viene arrestato e condannato a svariati mesi di carcere.

Ed è qui, che arriva la “seconda” opportunità sotto forma di sport. Si riaffaccia nella vita del gigante rosso ancora una volta la palla a spicchi. Supportato da suo fratello e dopo vari mesi di allenamento nella palestra di una chiesa a Bakersfield, Swift decide di ritornare in campo alla ricerca della propria personale redenzione. Riapparso pochi mesi fa in una delle tante leghe minori della pallacanestro USA, Robert ha mostrato tutta la sua supremazia a livello fisico. Ovviamente, arriva anche il lieto fine. Arriva direttamente da Goldena State, dove i Santa Cruz Warriors, squadra di D-League affiliata con i Warriors, hanno deciso di provare il ragazzone californiano. L’obiettivo è vedere se può tornare ad un certo livello dopo un tale passato.

Robert, quindi, trova a 31 anni una nuova opportunità sia nello sport sia nella vita. Buona fortuna…..