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Parco Colosseo, scontro Raggi-Franceschini:”Situazione inacettabile, scelte calate dall’alto sulla città “.

Ieri si è consumata una querelle tra il sindaco di Roma Virginia Raggi e il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini.

Il casus belli è scoppiato relativamente al Parco Archeologico del Colosseo. Con il decreto del Mibact dello scorso gennaio è stato costituito un ente chiamato a gestire, con una sua autonomia di bilancio, il Palatino, la Domus area, l’Anfiteatro Flavio e una parte dei Fori Imperiali. Con il suddetto decreto è stato inoltre indetta la selezione pubblica internazionale per il conferimento dell’incarico di direttore del Parco.

Dietro la discussione consumatasi ieri tra Virginia Raggi e Dario Franceschini ci sono i rapporti, non proprio distesi, che, dall’insediamento della Giunta pentastellata, contrappongono il Campidoglio al Ministero dei Beni Culturali.

Infatti, sin dall’insediamento della Giunta Raggi, il Ministero dei Beni Culturali, attraverso Ales s.p.a, dopo ben 16 anni, ha tolto alla Giunta la gestione delle Scuderie del Quirinale che fruttano 6 milioni l’anno. Ora, lo stesso sta accadendo con la gestione del Colosseo.

In effetti, il Campidoglio non ha mai avuto voce in capitolo sul monumento. Inoltre i monumenti del centro storico sono affetti da una divisione di competenze tra il Comune e il Ministero dei Beni Culturali, con biglietti, orari e metodi di pagamento differenti per visitare i luoghi.

La Giunta Raggi ha deciso, pertanto, di ricorrere al Tar per chiedere l’annullamento del decreto del Mibact del 12 gennaio 2017, contro l’istituzione del Parco voluta dal Ministero dei Beni Culturali, perché lesivo degli interessi di Roma Capitale .

Durante una conferenza in Campidoglio, facendo riferimento al decreto di riorganizzazione della Soprintendenza speciale per il Colosseo e l’Area archeologica centrale di Roma, Viriginia Raggi ha detto:

“Sembra che il Governo voglia gestire in totale autonomia, senza concertazione con il Comune, il patrimonio culturale dell’amministrazione stessa. Una situazione inaccettabile, per questo motivo siamo stati costretti a presentare ricorso. È inaccettabile che i ricavi della bigliettazione di Colosseo e Fori, che portano 40 milioni nelle casse del nuovo ente ministeriale, prima andavano per l’80% alla Soprintendenza speciale e oggi invece sono tutti del Parco e solo il 30% torna al Comune, a cui resta molto poco”.

Poi aggiunge:

“Io non posso accettare scelte calate dall’alto sulla città prese senza consultazione, eppure avevamo parlato con il ministro Franceschini più volte”.

La reazione di Dario Franceschini non si è fatta attendere:

“È incredibile che i 5 stelle, che si riempiono quotidianamente la bocca di cambiamento, trasparenza e innovazione, ricorrano davanti al Tar per bloccare a Roma una riforma che sta dando frutti in tutta Italia. Con il provvedimento che la Giunta Raggi ha impugnato davanti al Tar, il Parco archeologico del Colosseo diventa finalmente un istituto autonomo dotato di un proprio bilancio e con un direttore scelto con una selezione internazionale, che è già in corso e a cui hanno presentato domanda 84 candidati da tutto il mondo. Il percorso adottato per il Colosseo è lo stesso identico percorso che ha portato in Italia profondi cambiamenti al sistema museale, apprezzati in tutto il mondo e che stanno dando importanti risultati. Il Colosseo seguirà dunque lo stesso percorso che hanno seguito gli Uffizi, la Reggia di Caserta, Brera, Pompei e tutti gli altri istituti autonomi. Per opporsi a questo vengono usati argomenti falsi, infatti, non cambierà nulla nel rapporto tra la città e l’area archeologica e resterà identico l’utilizzo degli incassi del Colosseo su Roma”.

A sostegno della Raggi si è schierato Stefano Fassina di Sinistra per Roma:

“Già l’anno scorso alla Camera avevamo chiesto a Franceschini di fermare un atto che impoverisce il patrimonio culturale a Roma”.