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Polonia, brutale repressione contro la comunità Lgbt. Duda mantiene le promesse

di Rocco Sessa

Polonia – Scende il buio in Polonia dopo la rielezione del presidente Duda, sovranista, conservatore e nemico giurato della comunità Lgbt. La stretta alle libertà civili non si è fatta attendere, la polizia  è intervenuta con estrema brutalità a Varsavia contro manifestanti che in modo pacifico erano in piazza per protestare per gli arresti indiscriminati di attivisti del movimento Lgbt.

Arresti e brutalità

“Non ci rinchiuderai tutti! ”, gridava la gente alla manifestazione di sabato che ha attirato migliaia di persone, molti dei quali giovani. La maggior parte indossava maschere per prevenire casi di coronavirus. La polizia ha riferito di aver arrestato 48 persone, mentre gli attivisti hanno denunciato brutalità da parte della polizia nei confronti dei manifestanti tra cui anche donne e bambini.

Ideologia “aliena e pericolosa”

Secondo fonti, la polizia ha spinto i manifestanti in modo aggressivo, facendo cadere le persone a terra e tenendole ferme con gli stivali. Le proteste arrivano dopo una fase di tensione tra il movimento Lgbt e il governo conservatore che aveva definito il movimento portatore di una ideologia “aliena e pericolosa”.

“liberi dall’ideologia Lgbt”

Decine di villaggi, comuni e assemblee regionali si sono dichiarati “liberi dall’ideologia Lgbt”, definizione omofoba che  sembra evocare il sinistro concetto della Germania nazista “Judenfrei” – libero da ebrei – usato durante l’esecuzione della Shoah nei Paesi occupati dal Reich, i polacchi dovrebbero ricordare.

Il ministro della giustizia difende l’operato della polizia

Intanto il ministro della Giustizia Zbigniew Ziobro ha difeso il comportamento della polizia definendolo appropriato. Ha accusato i politici dell’opposizione che stanno difendendo i manifestanti Lgbt di sostenere il “ banditismo ”.

La condanna dell’UE

Il commissario Dunja Mijatović si è appellata alla commissione per i diritti umani del Consiglio d’Europa, il principale organo per i diritti umani del continente ed ha chiesto l’immediata liberazione dei manifestanti arrestati

Arrestato anche un attivista italiano

Secondo quanto si apprende tra gli arrestati ci sarebbe anche un italiano. Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center  ha chiesto alla Farnesina di adoperarsi per la liberazione dell’attivista. L’Unione Europea – ha dichiarato Marrazzo – reagisca con forza fermando ogni finanziamento (ad eccezione di quelli per il solo supporto sanitario per il covid) e attuando azioni restrittive contro il governo polacco e chieda la liberazione immediata degli attivisti”.

Chi non rispetta i valori dell’UE è fuori

Ancora una volta, nel cuore d’Europa, dobbiamo assistere a palesi violazioni dello stato di diritto, della separazione dei poteri e della libertà d’espressione e di informazione. Non c’è solo la Polonia di Duda in questo clan di reazionari, ma anche l’Ungheria di Orban e altri si apprestano ad entrarvi. Sono anni che questi due Paesi dell’Unione europea rinnegano i valori fondamentali della UE. Le Istituzioni comunitarie  devono, urgentemente,  dotarsi di strumenti d’intervento per stabilire che chi non riconosce quei valori e non li rispetta è fuori dall’Unione.