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Renzi sfida i M5s: “L’unica alternativa a Grillo è il Pd”

Dopo la pubblicazione sul Corriere della Sera dei sondaggi di Nando Pagnoncelli che attestano il distacco del Movimento 5 Stelle di 5 punti percentuali dal Pd, a Montecitorio c’è chi si mostra preoccupato e chi, come Matteo Renzi, spende parole di rassicurazione.

Dopo mesi di stabilità negli orientamenti di voto degli italiani, il sondaggio pubblicato ieri registra alcuni cambiamenti rilevanti. Il Movimento 5 Stelle arriva al suo dato più alto il 32,3% in aumento di 1,4% rispetto al mese scorso, a seguire c’è il Pd con il 26,8%, in flessione dei 3 punti percentuali a seguito della scissione interna e della nascita del Movimento Democratico e Progressista. Il Movimento 5 Stelle non sembra sentire il peso della vicenda di Genova o della presa di posizione sulla responsabilità del blog di Grillo; lo stesso non si può dire del Pd che sembra risentire della scissione interna e soprattutto dell’inchiesta Consip.

Le attuali intenzioni di voto degli italiani sembrano non preoccupare Matteo Renzi che, nel tentativo di rassicurare i “suoi”, dice:

“Niente di male, ragazzi, quello che perdiamo lo prendono loro, mi sembra normale, è la conferma di quello che ho sempre detto, e cioè che l’unica alternativa ad a Grillo è il Pd”.

Inoltre, Matteo Renzi, che in questi giorni continua a ripetere “o noi o loro“, sostenendo che il vero scontro sarà con il Movimento di Grillo, spiega, attraverso un sondaggio da lui commissionato, che a dispetto di quanto si apprende dal sondaggio di Pagnoncelli, nonostante l’inchiesta Consip e la scissione interna, il Pd ha perso in una settimana solo lo 0,1% rimanendo quindi in testa rispetto al Movimento 5 Stelle in calo dello 0,5%.

Nella sua eNews, in riferimento alla vicenda di Genova, Matteo Renzi prende di mira Grillo, dando la “solidarietà” del Pd a coloro del Movimento che “sono stati eletti e cacciati da Grillo”Renzi, poi, sferra il suo colpo al Movimento 5 Stelle provando a dimostrare come ragiona il Garante del Movimento:

“Amiamo così tanto la democrazia che se vince quello che piace a noi, bene, se vince quello che a noi non piace, si rivota un’altra volta espellendo il candidato sgradito. È la democrazia dell’algoritmo in salsa Casaleggio”.

Ma c’è anche chi utilizza i sondaggi per attaccare Renzi. Boccia, che sostiene il Governatore della Puglia Michele Emiliano come candidato alla segreteria del Pd, dice:

“Sono disastrosi, bisogna voltare pagina”.

Della stessa opinione è Misiani, sostenitore della candidatura di Orlando:

“La ripresa del Pd passa da un cambio di leadership”.

Il dato certo è che il sondaggio di ieri non ha fatto altro che acuire i contrasti, un “tutti contro tutti” che vede da un lato Renzi contro il Movimento 5 Stelle, dall’altro un tentativo interno al Pd di innalzare i toni in vista delle primarie che, se da un lato rappresentano un’occasione di rilancio per il Pd, dall’altro rappresentano il tentativo di disfarsi dell’ex Premier.

Alessia Morani, rispetto all’ascesa di Grillo e rispetto al tentativo di una fascia del Pd di mettere alla porta Renzi, sposta l’attenzione su Luigi Di Maio:

“Basta vedere come tutte le TV, Rai inclusa, promuovano uno che non ha mai fatto nemmeno il consigliere circoscrizionale e non ha gestito in vita sua neanche un condominio”

Giachetti, invece, sposta l’attenzione sulla legge elettorale, il cui dibattito era previsto in Aula per il 27 e slittato a data da destinarsi:

“Inquieta la spinta che arriva da molti ambienti, giornali inclusi, per il proporzionale. Un ritorno alla Prima Repubblica, con l’alibi di isolare i grillini, ma con l’intento vero di minare la governabilità”.