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Russia: test (coatto) di fedeltà allo stato per studenti e accademici

In Russia è stata condotta una ricerca sul “potenziale di protesta” di studenti e professori nelle università e i cui risultati saranno “utilizzati dagli organi statali”. Tutto all’insaputa dei diretti interessati. Lo scrive oggi il quotidiano Kommersant, riportando quanto emerso durante il Congresso dei prorettori sul lavoro educativo, svoltosi lo scorso fine settimana.

Di fatto, si tratta di un controllo sulla fedeltà del corpo docenti e degli studenti allo Stato. Gli autori dello studio hanno rilevato che nelle università di Mosca “è in corso una propaganda distruttiva di idee anti-statali”. In vista delle elezioni presidenziali, previste per marzo 2018, i ricercatori – sottolinea Kommersant – hanno intenzione di spostare la loro attenzione sulle università regionali.

A presentare i risultati della ricerca, durante il Congresso, è stato Nikita Danyuk, vice direttore dell’Istituto per gli studi strategici e le previsioni, presso l’Università per l’amicizia dei popoli (Rudn), e responsabile del controverso sondaggio.

“Lo Stato si trova in una guerra non dichiarata; – ha denunciato – la guerra è di natura ibrida e vi sono diversi fronti. Uno di questi si trova all’interno del nostro stesso paese”. A suo dire, i “pianificatori occidentali” usano la pratica di ispirare colpi di Stato e gli studenti sono i primi a rappresentare un fattore “distruttivo”. Danyuk e la sua squadra, per due anni, hanno visitato 40 università nella capitale e una decina nelle regioni, conducendo un ciclo di lezioni dal titolo “Scenari del futuro della Russia”, durante le quali gli studenti sono stati chiamati a esprimere apertamente le loro opinioni in ambito politico. Alla Rudn, sottolinea Kommersant, hanno ammesso che si tratta di un vero e proprio strumento per valutane il “potenziale di protesta” negli atenei.

A detta di Danyukin, il corso mira a evitare che lo Stato “finisca nel caos e nell’anarchia”. Il progetto ha visto la partecipazione del movimento Anti-Maidan, nato a Mosca dopo le proteste del Maidan di Kiev, con lo scopo di “opporsi ai tentativi di un’eventuale rivoluzione colorata, volta a un cambio di regime in Russia”.

L’articolo di Kommersant ha attirato l’attenzione di molti sul web. L’oppositore e blogger Aleksei Navalny ha commentato: “Niente male. Un tizio alla Rudn ha creato una commissione speciale, con cui gira per le università del paese, ascolta cosa dicono gli studenti e gli insegnanti e dopo prepara ‘certificati per uso ufficiale degli organi di Stato’. Prima una figura del genere veniva chiamato semplicemente ‘informatore’, ora per un lavoro così poco intelligente bisogna creare un ‘Istituto di studi strategici’. Un’altra manifestazione dell’inefficienza del sistema”. (AGI) Ruy/Ti