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Why always me. La complicata relazione tra Gary e gli Scouser.

“E ‘una partita che è nella vostra mente per le ultime due settimane,  è nella  vostra mente per l’ultima settimana e ti arriva addosso come un pugno sul naso negli ultimi tre giorni. Se si batte il Liverpool, può essere il giorno più bello della stagione. Se si perde, diventa il peggiore”.

Mancano poche ore al “classico” della Premiere League tra Liverpool e Manchester United che vedrà come cornice Anfield Road, tana e luogo di culto dei Reds. La partita non chiude solo l’ottava giornata del massimo campionato inglese, non mette solo di fronte Klopp e Mourinho, ma, soprattutto, è la sfida tra due dialetti calcistici che hanno dominato l’Inghilterra e il mondo: da una parte gli Scouser della città dei Beatles e dall’altra il Mancuniano tanto caro ai fratelli Gallagher ed ad uno dei suoni musicali più in voga negli anni novanta. La sfida tra chi ha reso il Liverpool immortale, Shankly in primis e poi Bob Paisley, e chi ha scalzato “quelli in rosso dal loro fottuto piedistallo”, Bobby Charlton, Matt Basby e poi Alex Ferguson. Come antipasto, oppure aperitivo visto l’ora,  a tutto questo ci piace raccontare cosa significa l’esperienza di questa partita attraverso le parole di uno che di questa sfide ne ha giocate parecchue: Gary Neville.

Il buon Gary ne parla con queste parole: “In quel momento, la tua mente, il tuo corpo, la tua attenzione sono su un altro livello. E ‘diverso dall’ Arsenal. E ‘diverso dal Chelsea. E ‘anche diverso dal Manchester City, almeno per me. E ‘quasi un’esperienza fuori dal corpo. La tensione è immenso”. Ricordando in particolare un episodio di uno dei classici giocati, quando a detta dell’ex terzino, la tensione della partita era arrivata a tal punto che l’urlo dell’Old Trafford opposto quello dei tifosi venuti dal Merseyside era talmente dirompente che “non riuscivi nemmeno a sentire te stesso“.  Il momento culminante avviene nell’azione che porta Gary al gol ed ad esultare, dopo una corsa di sessanta metri, sotto la curva del Liverpool. Piccolo particolare, era stato preso di mira insieme a sua madre durante i “complicati” cori degli Scouser:Ho guardato le facce di tutti quei tifosi del Liverpool che aveva cantato per 89 minuti, e in quel momento, non avevano nessuna risposta. Assolutamente nessuna risposta. E ‘stato uno dei migliori sentimenti della mia vita”. Ma il gol di Neville arriva da lontano, inizia e prosegue durante i giorni di scuola. Quando a 10 anni alla Chantlers Primary School, era impegnato in quotidiane discussioni con i suoi compagni di scuola. Pensando che col tempo le cose sarebbero cambiate, che quelle dispute su chi era stato meglio tra Robson Keegan avrebbero lasciato spazio alle parole del campo. Sta qui proprio lo spirito di questa sfida: le battaglie proseguono con modalità cortile in uno studio televisivo con il nemico-amico Jamie Carragher.

Questa è Liverpool-Manchester United: una partita da cortile.  Ennesimo appuntamento stasera.