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Basket Nba, lo stato delle cose: the Atlanta Hawks

Il rebuilding georgiano (nel senso di Georgia, Stati Uniti) procede come ci si aspettava: 15 partite, 12 sconfitte- qualche buona notizia, qualche cattiva notizia. Doncic osserva.

Teague a Minneapolis, Korver a Cleveland, Carroll a Brooklyn, Millsap a Denver e Horford a Boston: la super-unit degli Atlanta Hawks che incendiarono l’est (ma mai LeBron) a suon di triple e crispy passing non c’è più da qualche tempo. L’anno scorso, stanca transizione tra passato e futuro con Howard in mezzo all’area. Quest’anno, nuovo boss in città: Travis Schlenk. Coach Bud si limita ad allenare.

Lo stato delle cose: 15 partite giocate sino ad ora, 3 vittorie e dodici sconfitte. Reduci, peraltro, dalla miglior partita di questo avvio di stagione: un fragoroso 126-80 rifilato ai Sacramento Kings. Attualmente, gli Atlanta Hawks fanno registrare  il 23esimo offensive rating e il 22esimo defensive rating Nba mentre si piazzano all’undicesimo posto della classifica del pace cioè il ritmo cui una squadra gioca. Miglior realizzatore è, per distacco, il play tedesco Schroder: 13 partite giocate, 19.9 pts e 6.8 ast ad allacciata di scarpe tirando il 44,7% dal campo su 17.4 tentativi di media e il 33,3% dalla lunga distanza segnando 1.2 triple su 3.7 tentativi a partita. Nessun dubbio che a Schroder piaccia il ruolo di alpha dog, al contempo però nessun dubbio pure sul fatto che una squadra costruita attorno a lui sia destinata a parecchia lotteria prossima ventura: per dirne una, il tedesco detiene sì il secondo miglior offensive box plus minus (OBPM) della squadra a +1.7 ma detiene anche e sopratutto il peggior defensive box plus minus (DBPM) dell’intera squadra con un poco edificante -3.2, ragion per cui il saldo tra il buono che produce in attacco, più 1.7, e il meno buono che produce in difesa, meno 3.2, pende decisamente dalla parte del meno buono con un saldo complessivo di meno 1.5 che è, come dire?, non ideale per un capo squadra. Non particolarmente esaltante, almeno fino ad ora, anche la stagione di Taurean Prince: 13.0 pts 5.1 reb 2.7 ast 1.6 stl e 2.9 tov a partita tirando il 42,9% dal campo e un bel 44,1% da tre punti su 3.9 tentativi a partita. Chiaro dunque cosa stia andando bene nella stagione di Prince: alte percentuali dalla lunga su di un discretamente alto numero di tentativi di media a partita; il resto del suo gioco però sta mostrando lacune non da poco: per un’ala piccola fisicamente solida come lui la sua percentuale al tiro da due è abbastanza difficile da spiegare- appena il 42,4% su 7.9 tiri da due a partita, ancora più disturbante la sua idiosincrasia al contatto fisico- appena 1.5 liberi tentati a partita, il ball-handling potrebbe usare qualche lezione suppletiva date le quasi 3 palle perse di media, il TS% è fermo al 52,1 e il suo PER non va oltre l’11.6- non un granché. Di positivo, oltre al tiro da 3, anche un’indubbia predisposizione difensiva: unendo le due cose, in potenza, ne potrebbe venir fuori una stimabile 3&D forward, purché Prince (24 anni a marzo) si limiti a fare quelle cose lì e non altre.

Atlanta Hawks minutiae (1): Dennis&Taurean.

Chi sta, invece, apprezzando e rendendo fruttifero il suo tempo in questi odierni Atlanta Hawks è il lungo ex Spurs, Dewayne Dedmon: 10.8 pts e 8.3 reb in appena 24 minuti di gioco a partita tirando 61,1% dal campo e un sorprendente 42,1% da 3 con 0.5 triple a bersaglio su 1.3 tentativi di media (evidentemente, mezza tripla a segno su meno di un tentativo e mezzo a partita non rende Dedmon il nuovo Mehmet Okur, ma per uno che tre anni e mezzo fa si barcamenava nella lega di sviluppo cercando un futuro Nba, beh la cosa dovrebbe generare un sincero rispetto); più in profondità, Dedmon detiene, al contempo, il miglior defensive rating e il miglior offensive rating su 100 possessi tra tutti i giocatori di rotazione di Atlanta, inoltre il miglior TS% a 66,5 e il PER più alto a 19.2- quella che si dice una storia di successo. A proposito di storie (potenzialmente) di successo, il rookie da Wake Forest John Collins: 10.6 pts e 7.3 reb di media tirando il 52,4% dal campo in appena 21.1 minuti a partita; su 36 minuti Collins si sparerebbe dunque un bel 18 punti e 12+ rimbalzi di media. Ciò che impressiona del ventenne lungo degli Hawks è il suo tasso di attività fisica ed in particolare l’inesauribile lavoro a rimbalzo d’attacco con più di 3 rimbalzi offensivi a partita che per 36 diventerebbero addirittura 5 e mezzo di media. Parecchio il lavoro da fare sul complesso del suo gioco, ma data la verde età e la non comune ferocia agonistica con cui è entrato nella lega, di buone premesse ce ne sono eccome.

Atlanta Hawks minutiae (2): tra le note liete degli Hawks di inizio stagione anche la trentunenne guardia da San Giovanni in Persiceto. Queste le medie di Marco Belinelli sino ad ora: 12.1 pts, 2.5 ast (a fronte di una sola persa di media), 1.3 stl (anche se il suo rating difensivo lascia, nel complesso, alquanto a desiderare), il 42,2% dal campo ed un fantastico 45% tondo tondo dalla lunga distanza su ben 5.3 tentativi di media a partita. Riassume il tutto il suo offensive box plus minus: banalmente, il più alto della squadra a +2.2

* A godersi le doti balistiche di Belinelli sono, di solito, in pochi: al momento, la Philips Arena di Atlanta è ultima nell’apposita classifica che conteggia presenze e partecipazione dei tifosi alle sorti dei propri idoli cittadini. Comunque lo scarso interesse dei tifosi di Atlanta non è una novità di quest’anno. Purtroppo.

** Prossima partita degli Hawks nella notte tra sabato e domenica in casa contro i Celtics detentori del miglior record Nba e reduci dalla vittoria sui Warriors. Celtics in striscia aperta: 14 vittorie consecutive. Palla a due.