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Alternative für Deutschland, il volto negazionista dell’estrema destra tedesca

Bjoern Hoecke leader antisemita dell'Afd in Turingia lo scorso 17 gennaio, in una manifestazione a Dresda, aveva dichiarato “una vergogna” il monumento berlinese all'Olocausto e che "non tutto di Adolf Hitler è da buttar via"

Dopo le elezioni in Germania è lecito interrogarsi su chi ha vinto veramente? La risposta è semplice, AfD (Alternative für Deutschland), il partito di estrema destra, xenofobo, razzista e pare pure negazionista. Anche se non governerà, Afd si attesta al terzo posto con un ingente delegazione al Bundestag, circa 80 deputati e rappresenta la sfida più grande per la Germania del dopoguerra. Ma chi sono gli uomini e le donne di Alternative für Deutschland e perché fanno tanto paura?
Innanzitutto Alexander Gauland, 76 anni, capolista di Alternative für Deutschland insieme ad Alice Weidel. Ex Cdu ora considerato il rappresentante della corrente più dura ed estremista di AfD. La frase che ha destato scalpore, pronunciata poco prima delle elezioni, ha il sapore di una revisione storica netta, «abbiamo il diritto di essere fieri dei soldati tedeschi nelle due guerre mondiali», dimenticando che quegli stessi soldati insieme alle famigerate SS si sono macchiati nel corso dell’ultimo conflitto mondiale di terribili atrocità nei confronti della popolazione civile di tutta Europa.
Ma il soggetto più controverso è di Bjoern Hoecke leader antisemita dell’Afd in Turingia. Lo scorso 17 gennaio, in una manifestazione a Dresda, aveva dichiarato “una vergogna” il monumento berlinese all’Olocausto e aveva incitato i tedeschi a smetterla di vergognarsi del proprio passato e ad esserne più orgogliosi. Ma poi Hoecke si era spinto anche oltre, arrivando al punto di dire che “non tutto di Adolf Hitler è da buttar via”. Dichiarazioni che hanno sollevato aspre polemiche in Germania e fra le comunità ebraiche di tutta Europa. Polemiche sono scoppiate anche all’interno dello stesso AfD costringendo uno dei leader, Frauke Petry ad allontanarsi dal partito, “Con le sue dichiarazioni di gennaio ha superato il limite della tolleranza democratica”.