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Dj Fabo è morto in Svizzera: “Una vergogna che nessun parlamentare ci metta la faccia” [VIDEO]

“Sono finalmente arrivato in Svizzera e ci sono arrivato, purtroppo, con le mie forze e non con l’aiuto del mio Stato”. E’ il messaggio registrato da Dj Fabo, al secolo Fabiano Antoniani, dopo il suo arrivo nel Paese elvetico in cui ha affrontato le procedure per accedere al suicidio assistito, procurandosi la morte alle 11,40 di stamattina.

L’audio è stato pubblicato sui social (sia su Facebook che su Twitter) attraverso l’Associazione Luca Coscioni. Dj Fabo ha dedicato parte del messaggio all’esponente radicale Marco Cappato, promotore della campagna ‘Eutanasia legale’, che lo ha accompagnato in Svizzera e afferma:

“Ieri Fabiano è stato sottoposto a una prima visita medica per controllare le sue condizioni fisiche e per riaffermare eventualmente la volontà di ottenere l’assistenza medica alla morte volontaria. Inoltre, gli è stato chiesto di riaffermare la volontà di morire. Oggi ci sarà un’altra visita: se le sue condizioni saranno considerate idonee e se confermerà le sue intenzioni, da quel momento potrà decidere quando usufruire di questo tipo di aiuto”.

Fabiano, sottolinea Cappato, “ha fatto riabilitazione e fisioterapia per anni. Non stiamo parlando di una persona che ha vissuto in uno stato di abbandono: la madre ha lasciato il lavoro per stare con lui e la fidanzata gli sta vicino da anni, quotidianamente. Ha ricevuto il massimo dell’assistenza. Nonostante tutto, però, ha deciso di interrompere quella che è per lui una sofferenza insopportabile”. Ma lei non ha mai avuto alcun dubbio nel sostenere Fabiano nel suo proposito? “No, perché non ne ha mai avuti lui”.

Che cosa ha detto Fabiano quando ha saputo del terzo rinvio della discussione in Aula del disegno di legge sul biotestamento, avvenuto qualche giorno fa? “Ha detto: ‘È veramente una vergogna che nessuno dei parlamentari abbia il coraggio di mettere la faccia per una legge che è dedicata alle persone che soffrono, e non possono morire a casa propria, e che devono andare negli altri Paesi per godere di una legge che potrebbe esserci anche in Italia’”.