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Faide e agguati: Il conflitto armato tra Crispano, Cardito e Afragola

A Crispano, comune commissariato con decreto ministeriale del 23 marzo, appare ancora rilevante l’influenza del clan Cennamo, legato ai Moccia, che avrebbe proiezioni anche a Cardito, Carditello, e sul territorio di Caivano. In quest’ultimo comune, si registra l’operatività del gruppo Ciccarelli, già referente del clan Moccia, dal quale si sarebbe progressivamente affrancato.

È quanto risulta dall’ultima relazione semestrale della Dda di Napoli. Poche righe significative che segnalano la forte presenza della criminalità organizzata nei territori dell’hinterland partenopeo dove le vecchie compagini legate agli afragolesi stanno facendosi la guerra per la gestione dei territori.

Le batterie dei clan, anche se silenti, potrebbero innescarsi da un momento all’altro e condannare la periferia a Nord di Napoli all’ennesima guerra di camorra.
In ordine di tempo, l’ultimo agguato risale al 19 ottobre. L’obiettivo dei sicari era Gioacchino Cennamo –figlio del boss Antonio, detto Tanuccio ‘o Malommo , morto per cause naturali lo scorso febbraio- che venne colpito di striscio tra la fronte e il naso.  Nell’agguato rimase ferita anche la compagna del Cennamo, Angela Capasso.

Le piste seguite dagli inquirenti sono due. La prima è interna mentre invece la seconda porterebbe al clan Pezzella di Cardito che dopo l’uscita di scena dello storico boss Tanuccio ‘o Malommo, starebbe tentando l’espansione. Il punto su cui sono concordi sia l’Antimafia che le Forze dell’Ordine è quello della instabilità criminale scaturita dalla scomparsa del boss. Antonio Cennamo viene descritto dall’Antimafia come un vero e proprio senatore del clan Moccia e boss dell’omonimo clan. Una figura che ha mantenuto il controllo del territorio fino alla condanna al carcere duro. In questa fase, secondo gli inquirenti, sarebbe entrata in scena la mala carditese che nella sua fase di espansione riuscì ad accaparrarsi la gestione dei traffici illeciti anche nei comuni di Arzano, Frattamaggiore, Frattaminore e Casoria, arrivando fino alle porte di Caserta.
Anche per gli omicidi di Antonio Vitale, Mauro Pistilli, Antonio Varracchio e Remigio Sciarra, avvenuti  tra il dicembre 2016 e  giugno 2017, va tenuto  presente il contesto in cui sono maturati. Tutti infatti erano legati al clan Cennamo.  La morte del boss storico  potrebbe aver aperto una guerra per la successione al trono.
Gli inquirenti però non escludono alcuna pista.