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Sondaggi Swg – M5S primo partito per il ceto medio degli Italiani

Con la crisi del nuovo millennio, il drastico ridimensionamento del ceto medio, che ha subito una compressione dal 70% al 40%, ha modificato decisamente le preferenze di voto da parte di tale classe sociale.

Inizialmente le persone che si sentivano appartenenti alla middle class, esprimevano preferenza per il centro destra. Col passare degli anni, lo scenario è cambiato: i voti sono stati spalmati su diversi cinque partiti e da subito il M5S ha raccolto quasi un terzo dei voti del ceto in questione.

Nel 2013 la situazione era così configurata: 7% per Monti, 29% PD, 26% M5S e il 22% Pdl. Rispetto alla media dei voti presi, il PD ha ricevuto un afflusso maggiore del 4% di consensi dal ceto medio, grillini col +2% e Pdl col +1%.

Dopo 5 anni è praticamente tutto stravolto. Ad accusare il colpo in primis il PD, che dal 29% è sceso al 22%, mentre registra una crescita il M5S, con un +2% da parte del ceto medio. A catalizzare tanti voti soprattutto la Lega Nord di Salvini, che dal 4% si è spinta fino al 13%. Forza Italia in calo col 17%.
Buona consistenza del ceto medio hanno anche Mdp e Sinistra Italiana, rispettivamente col 3,4% e 2,9%, che registrano medie complessive pari rispettivamente al 2,9% e 2,1%.

Le motivazioni del cambiamento

I motori propulsori possono essere diversi, ma sostanzialmente sovrastano due temi: identificare il partito prescelto come quello più vicino alla gente comune (24%) e percepire la forza politica in questione come quella in possesso delle proposte politiche più credibili (18%). Più in basso troviamo al 12% l’affidabilità, l’onestà  e la maggiore concretezza. Infine col 6% rispettivamente il voto di rabbia e un voto a naso turato, votando il partito che offre maggiori garanzie.

In generale possiamo dire che i metodi di decisione sono veramente cambiati e, più che affidarsi a ragionamenti dettati dalla logica, ci si affida all’aspetto empatico-emozionale.