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L’ascesa del giovane Julian. L’allenatore più giovane della storia.

Quarto posto in campionato con 16 punti, 16 gol fatti, 10 subiti, 4 vittorie, 4 pareggi, 0 sconfitte, unica squadra imbattuta insieme a Lipsia e Bayern Monaco. Successo per 0-3 nell’ultimo turno di Bundesliga a Leverkusen. Parliamo di Hoffenheim, piccolo sobborgo cittadino (appena 3000 abitanti) della città di Sinsheim nel Baden-Wutterberg, e della sua squadra di calcio che dopo essersi salvata l’anno scorso per un punto dallo spareggio per rimanere in Bundesliga, quest’anno sale alla ribalta delle cronache soprattutto per la presenza e la storia del suo nuovo allenatore.

Tale Julian Nagelsman, segni particolari pressochè nessuno, anni 29. Ecco il particolare. Julian ha  praticamente polverizzato il ciclo biologico conosciuto fino ad ora per quanto riguarda gli allenatori. Dopo il licenziamento di Gisdol ad ottobre dell’anno scorso la dirigenza scelse proprio lui. Prima Julian guidava l’under 19 dell’Hoffenheim. Squadra che è stata trascinata dal giovanissimo allenatore alla conquista del titolo tedesco di categoria. Dopo la rinuncia di Huub Stevens per problemi cardiaci, la scelta è caduta su Nagelsman. La situazione della squadra era praticamente drammatica. A febbraio quando prende definitivamente le redini, il club si trovava penultimo a 7 punti dalla salvezza. Molti pensavano ad una semplice campagna di marketing, in realtà è stata una precisa scelta del direttore sportivo Alexander Roten: “è un ragazzo giovane, ma non un allenatore giovane“.

Julian inizia ad allenare senza patentino, e viene battezzato da Tim Wiese come un vero e proprio “miniMourinho”. Il ragazzo non solo porta alla salvezza l’Hoffenheim arrivando a quota 37 in classifica appena un punto sopra l’ Eintracht, ma sta conducendo il club ad un incredibile, per adesso, quarto posto in classifica, imbattuto e con il terzo attacco della Bundesliga. Solo Bayern e Borussia Dortmund con 55 e 47 superano il numero di punti raccolti da Nagelsman con il piccolo club del sobborgo omonimo.

La carriera di calciatore di Julina è stata interrotta da una un brutto infortunio: “se avessi continuato a giocare fino a 40 anni avrei dovuto farlo con un ginocchio artificiale”. La svolta avvenne grazie alla conoscenza di Thomas Tuchel, attuale tecnico del Dortmund, quando questi militava nell’Augusta. Julian diviene assistente di Tuchel. “Gli sono molto grato per avermi fatto pensare che potessi diventare un allenatore, ma non lo considero il mio mentore perchè avevamo una relazione molto professionale”. La sua fama si diffonde presto tanto che prima Sammer e poi Rumenigge gli offrirono la possibilità di guardare con i propri occhi il quartier generale del Bayern e i metodi di lavoro di Guardiola. Successivamente Julian diventa assistente del Monaco 1860 prima di approdare all’Hoffenheim.

Come da curriculum e come diceva Roten non si tratta di un allenatore giovane. La sua filosofia si racchiude nelle sue stesse parole: “Allenare mi diverte di più che giocare. Mi piace attaccare i rivali e tenerli nella propria area perchè così la mia squadra riduce le possibilità altrui e aumenta le proprie. Mi identifico con il calcio spagnolo, mi piacciano il Barcellona e il Villareal

Parola di Julian….