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Mourinho è scontento: “un disastro la mia vita a Manchester”

Male in campo, peggio fuori, insomma “un disastro la vita a Manchester“. Non c’è pace per José Mourinho: all’indomani della batosta contro il Chelsea la stampa gli aveva rifilato un nuovo soprannome, l’umiliato. Oggi è lo stesso manager del Manchester United a confessare il difficile ambientamento nella nuova città.

Costretto a vivere in albergo, senza moglie e figli che hanno preferito restare a Londra, Mourinho ha ammesso di vivere recluso in stanza, braccato senza sosta dai paparazzi. “Per me è un po’ un disastro – si è lamentato il tecnico portoghese in un’intervista all’emittente Sky Sport -. Mi capita di avere voglia di fare due passi ma non posso. Perché i paparazzi sanno dove vivo (il lussuoso Lowry Hotel, ndr), e mi aspettano ad ogni ora del giorno e della notte. E’ la loro fortuna e quella del mio sponsor d’abbigliamento. Mi basterebbe poter attraversare il ponte per andare a cena in un ristorante. Ma non posso, ed è decisamente fastidioso”. Perché lo costringono ad una vita di reclusione, pranzando nella sua stanza d’albergo. “Per fortuna che ho le mie app, e posso farmi recapitare il cibo che voglio. Ogni tanto faccio proprio così”.

Neppure il trasloco in una casa però migliorerebbe di molto la situazione, come ammette lo stesso Mourinho. “Comprare casa? Non lo so, magari un bel appartamento con collegamento diretto al garage. Di certo non una di quelle enormi ville di cui sento parlare. E il problema resterebbe, perché non so cucinare”. Ma la cosa che più pesa all’ormai ex Special One è la lontananza della famiglia, rimasta a vivere nella capitale. “La verità è che mia figlia compirà 20 anni la settimana prossima, mio figlio ne avrà 17 fra qualche mese. Hanno la loro stabilità, fanno l’università e studiano a Londra, hanno a Londra i loro sport e i loro amici. Così per la prima volta la mia famiglia vive separata. Proviamo ad affrontare la situazione”. Una sfogo inatteso, che arriva dopo il giorno più difficile dal suo sbarco all’Old Trafford. Travolto nell’ultimo fine settimana dalla sua ex squadra, ripudiato (parzialmente) dai suoi ex tifosi, il rendimento di Mou, e della sua squadra, fin qui è ampiamente al di sotto delle attese. E come inevitabilmente accade in queste circostanze, puntuali stanno emergendo i primi spifferi velenosi dallo spogliatoio. Critiche rivolte a Mourinho non tanto per le sue scelte tecnico-tattiche, quanto per la distanza che manterrebbe con lo spogliatoio, e il poco coinvolgimento negli allenamenti quotidiani, la scarsa empatia stabilita con i giocatori. (ANSA)