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L’ultimo romantico. L’addio al ciclismo di Fabian Cancellara.

Al velodromo di Gand il ritiro di “Spartacus”.

“La Locomotiva di Berna”, per dirla alla Auro Bulbarelli, oppure “Spartacus”, secondo i suoi fedelissimi tifosi.

Per noi tutti resta, semplicemente, Fabian.

Ciclista svizzero, classe 1981, ha detto addio al ciclismo, tre giorni fa, in una serata ad alto tasso di nostalgia per oltre 6000 tifosi radunati al velodromo di Gant, in Belgio, in presenza di colleghi e amici come il britannico Wiggins o il “nostro” Pozzato.

La grande affluenza di tifosi, in Belgio, per la festa d’addio di un ciclista svizzero, può spiegare più di tante parole l’effetto che questo grandissimo campione ha avuto sul ciclismo e, in generale, sugli appassionati di sport.

Professionista dal 2001, grande specialista delle gare a cronometro e delle  “Classiche Monumento”, storica serie di corse che si svolgono tra Italia Francia e Belgio, è considerato uno dei più grandi “finisseur” (finalizzatori) della storia del ciclismo.

La sua favola inizia con la prima vittoria alla Parigi – Roubaix del 2006, battendo proprio quel fenomeno di Tom Boonen, belga, velocista, grandissimo campione e  suo grande rivale negli anni a venire.

Da quell’edizione in poi il suo palmares è inarrivabile : una Milano-Sanremo, 2008, una Tirreno Adriatico, 2008, altre due Roubaix, 2010 e 2013, tre Giri delle Fiandre, 2010, 2013, 2014, quattro mondiali a cronometro, due ori olimpici(Pechino 2008/ Rio 2016) sempre contro il tempo.

Restano emblematiche le dichiarazioni del general manager della Mapei, Alvaro Crespi : “un motore del genere non l’ho mai visto”. Per  sua maestà Eddie Merckxavrebbe potuto vincere qualsiasi corsa”.

Proprio in questi giudizi va considerata la grandezza di questo atleta. Dopo l’oro alle Olimpiadi di Pechino i suoi preparatori valutarono la possibilità di allenarlo unicamente per il Tour de France e gli altri due grandi giri a tappe, la Vuelta ed il Giro d’Italia.

Questa operazione, in uno sport come il ciclismo, si traduce nello  snaturare il fisico di base dell’atleta, in questo caso quadricipiti-carroarmato, perdere peso e muscoli a vantaggio dell’agilità, per guadagnare spinta in salita.

Avrebbe potuto funzionare, certamente avrebbe funzionato, ma Fabian decise di continuare la sua missione romantica sulle “Classiche” di un giorno, nel fango e sul pavè della Roubaix e sui “muri” del Giro delle Fiandre, dove la gente aspetta ore intere sotto la pioggia solo per vederti scattare in quell’inferno.

Ha avuto ragione lui, nel tempo e contro il tempo nelle tante prove a cronometro. Da qui il suo nomignolo “La Locomotiva di Berna”.

Commoventi le dichiarazioni al pubblico: ”Solo in Belgio poteva capitare quello che è successo stasera, vedere migliaia di persone gremire un Velodromo per l’addio di un corridore svizzero. Il 2016 è stato un anno molto intenso, perché ad ogni gara sapevo che sarebbe stata l’ultima volta. Giro delle Fiandre, Parigi-Roubaix, il Tour de Suisse, il Tour de France, Giro d’Italia poi l’incredibile Olimpiade a cronometro. E infine questa magica ultima serata a Gand. Grazie a tutti”

Per chiudere in bellezza , durante l’evento, Cancellara ha sfidato gli avversari e gli amici in gare ad inseguimento su una distanza di 2 km.

Per lasciare un ultimo ricordo della sua immensa classe.