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M5S, Fedeli alla linea, ma per convenienza

Con la decisione della corte di cassazione in merito alla legge elettorale si aprono nuove tematiche di dibattito all’interno dei vari partiti, prima tra tutte, la rielezione dei i candidati. Tale argomento è infatti sempre stato un punto dolente tra i grillini che in principio erano stati rassicurati dal leader in una delle prime visite al parlamento, che dichiarò: “Non vi preoccupare per le ricandidature, quando sarà il momento tratterò tutti allo stesso modo”. Ma da allora molte cose sono cambiate, basti pensare alla “mordacchia” agli eletti in uno dei recenti post dove si minacciano esplicitamente sanzioni per le uscite pubbliche non autorizzate. Tale proclama, letto alla luce dei dei seguenti avvenimenti politici potrebbe anche essere interpretato con un “Chi va fuori linea non sarà ricandidato“.

Ancora confusione sulle tecniche da adottare per la rielezione. Tra le proposte più quotate c’è la formula di una domanda agli iscritti: “Confermi o no il parlamento per X?”,oppure altre soluzioni simili che creano non poche divisioni all’interno delle milizie di Grillo, sempre più divergenti un altro grande tema: Il candidato premier. Nonostante Grillo e Casaleggio abbiano già indicato il nome di Di Maio come probabile candidato alla presidenza del consiglio, si fa largo tra gli ortodossi una controproposta, ovvero la candidatura di Roberto Fico, dettosi “disponibile” in un’intervista all’avvenire. Arriva a gran voce infatti dalle fila dei fedelissimi la richiesta all’attuale vice capogruppo della camera di “fare qualcosa di forte”, anche contro all’evidente radicalizzazione che con scetticismo viene vista dagli iscritti e che già mette in luce le prime crepe con la fuoriuscita di importanti componenti del Movimento, “stanchi di obbedire ad un algoritmo“.