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Mattarella stana Salvini. Ok su Savona ma non all’Economia

Sergio Mattarella, così come tutti gli attori di questo intricatissimo puzzle politico, ha capito che Matteo Salvini sta puntando a nuove elezioni e che l’argomento della campagna elettorale potrebbe essere proprio il Presidente della Repubblica.

Mattarella però non è disposto a diventare carne da macello per la campagna elettorale leghista, e probabilmente è consapevole dei sondaggi che vedono crescere i consensi di Salvini, anche e soprattutto dopo la carta del governo del cambiamento e la scelta di difendere Savona.

Pur non potendo cedere su Paolo Savona (altrimenti verrebbe meno il prestigio dell’Istituzione del Presidente della Repubblica), ha studiato, con la complicità di Luigi Di Maio, un piano B per stanare il leader leghista. Non a caso, dopo aver abbandonato la Camera, il leader pentastellato si è recato al Quirinale.

Nei fatti si tratterebbe di un semplice spostamento di Savona in un altro ministero. E, mentre la Castelli si chiede perché Savona non faccia un passo indietro, Di Maio in una diretta facebook sostiene neanche troppo velatamente che l’ostacolo al Governo del cambiamento è Salvini che deve accettare questa proposta.

Il leader pentastellato ha inoltre sottolineato, ai giornalisti, che la scelta del Ministero delle Finanze spettava proprio al Movimento 5 stelle:

“Savona era un punto di caduta tra il M5S e la Lega, il Mef non era in quota Lega, noi abbiamo deciso insieme il profilo di Savona”

La palla ora è nel campo del leader leghista che, a dir la verità già qualche giorno fa, quando si parlava di scorporare il ministero, ebbe a dire che chi è attaccante non può fare il difensore. Nella giornata di oggi durante la campagna elettorale in Toscana e Liguria ha sostenuto:

“Non capisco perché dovremmo cedere alle richieste e ai capricci dei tedeschi. Se ai tedeschi non piace un ministro lo cambiamo? Mi sembra una scelta strana. Non capisco, e lo chiedo agli italiani, perché a rappresentare, a difendere il lavoro e i risparmi degli italiani non possa essere un economista che ha voluto ridiscutere alcune regole europee e che non è simpatico alla Merkel e ai tedeschi. Non mi sembra che in Costituzione ci sia scritto che i ministri devono piacere alla Merkel”

Poi invece, dopo aver saputo della proposta di Di Maio ha commentato ha commentato, in maniera più pacifica:

“Quando abbiamo scelto Savona era perché era il meglio per il ministero dell’Economia, se Di Maio ha cambiato opinione ne dovrò parlare con lui”

Poi in un comizio ad Imperia, non ci ha pensato su due volte e con le sue dichiarazioni ha fatto capire che, a differenza di Di Maio, non è affatto intenzionato a cambiare idea: