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Renzi e Grasso cominciano la famosa caccia al ‘voto utile’

Il “voto utile” divide una buona fetta di elettori e come ogni elezione che si rispetti il centrosinistra si spacca e parte alla sua ricerca. Renzi e Grosso hanno già cominciato…

Il voto utile in politica ha una definizione precisa. In sostanza è un concetto semplice e comprensibile a tutti:

“Nel sistema elettorale maggioritario, voto dato al candidato che si ritiene possa vincere invece che al candidato più gradito”. 

Ma quanto davvero può essere applicato all’attuale situazione politica italiana? Quanto può incidere sulla percentuale di elettori ancora incerti?

Al momento è quasi impossibile fare una stima. Dall’Assemblea che ha visto nascere Liberi e Uguali un acclamato Pietro Grasso si è mostrato piuttosto sicuro dell’inesistenza (in questo momento storico) del voto utile, definendo “utile” il voto di chi fino ad ora non è stato rappresentato. Nello specifico il Presidente del Senato sottolinea:

“Il nostro progetto è più grande di come lo hanno raccontato e se accorgeranno presto. L’unico voto utile è quello che costruisce la rappresentanza democratica, le idee, i valori, i programmi e le speranze portando in parlamento i bisogni e le richieste di quella metà di Italia che non vota. Quello è il voto utile”.

In sostanza Grasso tira acqua al suo mulino, attaccando e accusando velatamente Renzi ed il PD di aver lasciato orfani di una rappresentanza politica degna di nota migliaia di elettori.

Il concetto più importante è quello che si legge tra le righe e che è stato sottolineato già tempo fa da Massimo D’Alema, forse il vero motivo della linea dura contro il PD. Ovvero che nessuno raggiungerà il 40%, che dopo le elezioni ci sarà una grande centralità del parlamento e loro ci saranno, con quella metà d’Italia lasciata sola ed ora ripresa per mano.

Dal canto suo Matteo Renzi, messo un pò alle strette, lancia proclami e cerca di spaventare i potenziali elettori di Grasso, dicendo letteralmente che così facendo si portano voti a Salvini e Berlusconi. Questo potrebbe anche avere un fondo di verità (lo si scoprirà solo dopo le urne), ma la sensazione generale è che arrivati a queso punto il PD cerchi di non fornire pubblicità gratuita ai “ribelli” rispondendo a tutti gli attacchi mediatici.

Molti sono dell’idea che l’ultima volta, in Sicilia, sia andata proprio così. Anche in quel caso Renzi parlò di “voto utile”.