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Il “caso” De Paola: la coerenza solo nel minacciar querele

Il caso “De Paola”: come avere un piede in due scarpe

Il protagonista dell’eterno post partita di Juventus-Napoli sembra assumere sempre più le sembianze del megadirettore Paolo De Paola.

La citazione fantozziana è quanto mai d’obbligo trattandosi di una vicenda che acquista sempre di più tinte tragicomiche: se non fosse che nella questione il concetto di “risata” è quantomeno discutibile.

Il noto direttore non è certo affine al termine “coerenza”. Basta sfogliare alcuni vecchi titoli del Corriere dello Sport dove gli attacchi alla Juventus era quasi all’ordine del giorno. Oltre a quello del titolo ne riportiamo altri:

        

Non è nemmeno nuovo, il caro direttore ad una sua vecchia abitudine. Quella di minacciare querele via twitter. C’è chi ha l’hobby del golf o delle carte, lui ha scelto quello dei social. Ad ognuno il suo, come diceva qualcuno:

        

Queste sono solo alcune delle sue vittime delle ultime ore. Il vizietto però era evidente anche qualche anno prima:

De Paola all’epoca si giustificò così:

E’ una questione di forma. Io rispetto il pensiero degli altri, ma che mi dicano ‘traditore’ e ‘voltagabbana’ solo perché ho cambiato giornale non esiste. Sarebbe come dirlo di un calciatore che va in un’altra squadra. Un tifoso mi ha scritto: ‘Io sono un talebano’ e purtroppo era vero. Devono capire che un giornale ha una linea editoriale ma cercare di spiegarlo alle persone non è facile. La mia intenzione è farlo, cercare di spiegare questi concetti in un mondo che è diviso in clan. Lo è il calcio e non solo al calcio. Io non appartengo a nessun clan e mi piace il confronto. Però è sempre più difficile. Ormai in ogni cosa o sei schierato da una parte o dall’altra”.

Fonte Panorama, 29 gennaio 2013.